La Storia - Pio Sodalizio Fornai

Associazione Pio Sodalizio Fornai
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Arte e Storia
LA STORIA DEL PIO SODALIZIO
Le corporazioni artigiane romane risalgono ai primi tempi della città eterna. Però quella dei fornai, o dei pistores, come allora latinamente venivano chiamati, non fu tra le più antiche, perché il pane si preparava in famiglia e fino all’anno 580 di Roma non si ebbero fornai di mestiere. Solo dal sesto secolo in poi l’arte dei fornai cominciò ad avere la sua grande importanza, e la sua esistenza, come di un corpo, la cui funzione era collegata con il principale alimento della città, non venne mai interrotta.
Così d’allora i Consoli delle Arti si adunarono in Campidoglio e ciascuna delle corporazioni vi ebbe la sua sede rappresentativa. E siccome l’Università dei fornai aveva funzione di Corporazione maggiore fu tra le prime ad avervi la sua sede civile.
Uno dei primi statuti manoscritti della corporazione dei fornai è quello che si conserva nella Biblioteca Corsiniana e porta la data dell’anno 1318. Nel giubileo del 1500 essendo Papa Alessandro VI della famiglia Borgia, in seno all’Università dei fornai si costituì la Confraternita dell’Arte. Pertanto, fu comperata un’area presso il Macel dei Corvi e poiché vi sorgeva una chiesina con un’antica immagine della Madonna di Loreto, la Confraternita conservò questo ricordo, collocandolo nella nuova chiesa che vi eresse, e da essa prese il titolo di Confraternita della Madonna di Loreto. La chiesa fu disegnata da Antonio da Sangallo e condotta fino al piano della cupola, la quale venne più tardi innalzata con disegno di Giacomo Del Duca. Lo stile bizzarro ma di bello effetto, fu tuttavia oggetto di severa critica. Giulio II approvò quest’opera spirituale con un Breve del 20 febbraio 1507. A fianco alla chiesa il sodalizio dei fornai fece fabbricare un particolare ospedale nel quale trovarono poi ricovero, ed erano sovvenzionati in caso di bisogno, i fornai poveri malati e residenti in Roma. Demolito nel 1871 l’edificio che per tre secoli era servito da ospedale, fu ricostruito in una moderna palazzina sita al Viale Regina Margherita e dove tuttora ha sede.
Molti altri furono i privilegi, e non soltanto spirituali, che i Pontefici accordarono in ogni tempo a questo glorioso sodalizio, che fu onorato di bolle, di brevi, di chirografi, di decreti, di editti e di rescritti pontefici, di esenzioni, di diritti di ogni genere. Alla Confraternita dei Fornai rivolse le sue cure premurose Leone X, mediante la Bolla del 21 dicembre 1516 con la quale provvedeva che i debitori dei “fornariorum seu panificum” dell’Alma Roma, non possono eccepire mediante liti i loro creditori e che, al tempo stesso, i fornai non si trovino esposti a fare debiti con i mercanti dai quali acquistano il frumento. Dal canto suo Giulio III con Breve del 2 dicembre 1551 riconobbe e confermò ai consoli dell’ “ars pistoria” di Roma il diritto di “conoscere le cause e le controversie legali che riguardavano l’arte” e conferì all’Arte stessa il privilegio di non sottostare a dilazioni per quel che riguardava la riscossione dei loro crediti. Uno speciale Statuto della Confraternita che non porta la data, ma secondo il Tomassetti risale al 1507, si trova nell’Archivio del Sodalizio; mentre un nuovo statuto dell’arte, intitolato: “Statuti dell’Università et art – de fornari e panettieri – dell’alma – città di Roma”, porta la data del 1552 e contiene cinquanta capitoli.
Nel primo capitolo si riferisce come lo Statuto sia stato formato da dodici proprietari fornai, di ciascuno dei quali si annunzia tanto il nome quanto la contrada in cui aveva il forno, cominciando da maestro Benedetto a Tor Sanguigna e proseguendo con maestro Francesco Mazzero in Borgo, Pietro Perugino a Macel de’ Corvi.
Secondo sempre lo stesso Statuto erano soggetti e dipendenti dall’Università dei fornai e panettieri le seguenti categorie affini, sia padroni che garzoni e lavoranti: ciambellani, misuratori di grano e portatori di grano. Tra gli altri pontefici noteremo che anche Sisto V, nel 1585, concesse al Sodalizio dei fornai, alcuni privilegi che furono confermati e ampliati nel dicembre dell’anno 1634 da Urbano VIII dei Barberini. Qualche tempo prima Gregorio XIII con un breve del 23 novembre 1581 aveva confermato la prelazione dei fornai agli altri creditori. Notevole è, infine, il motu proprio di Paolo V del 3 novembre 1605 che dice così. “Li padroni delle case ove son forni e abitate dai fornari in Roma ben spesso, sotto pretesto di volervi fabbricare et in molti altri modi, cercano e tentano di cacciare li detto fornari dalli forni e case suddette per indurli poi ad accrescere ed augumentare a gusto loro le pigioni e fare li patti e convenzioni che vogliono”. Il Pontefice saviamente decideva che simili vertenze venissero portate avanti al Prefetto dell’Annona nello esclusivo interesse dei fornai.
Nell’anno 1615 poi l’Università dei fornai rinnovava i propri statuti che venivano approvati dallo stesso Urbano VIII. Per tutto il tempo del suo cardinalato, cioè dal 1706 al 1717, fu protettore dell’Università dei fornai il Cardinale Nicolò Grimaldi che fu titolare della diaconia di Santa Maria in Cosmedin e poi del titolo di S. Matteo in Merulana. Ricorderemo ancora che al tempo dei Bernardini, nel 1744, esistevano a Roma 80 forni sparsi negli allora 14 rioni cittadini.
Quando il Pontefice Pio VII ordinò lo scioglimento delle Corporazioni di arti e mestieri, la soppressione stessa si iniziò con quella dei fornari: il 3 settembre del 1800, infatti, venne sciolta tale Università e insieme tutte quelle relative all’Annona. Non venne però soppresso il Sodalizio religioso sorto in seno all’Università dei Fornari nell’Anno Santo 1500, il quale si trasformò sotto il nome di Pio Sodalizio dei Fornari Italiani in Roma, regolato con statuto approvato il 31 gennaio 1878, riconfermato nel 1880 e riconosciuto con decreto del 24-6-1888. Esso vive tuttora ed ha sede nell’edificio di sua proprietà, eretto nel 1871, che trovasi dietro ed unito alla chiesa di S. Maria di Loreto. Nei suoi più che quattro secoli di vita il Sodalizio di è profondamente trasformato e presentemente ha carattere di istituzione pubblica di beneficenza. Di esso oggi fanno parte i proprietari e gli esercenti di forno e i lavoranti e garzoni di fornai.
Il Sodalizio il 10 dicembre di ogni anno celebra, come nel passato, con grande pompa e solennità nella sua chiesa di S. Maria di Loreto al Foro Traiano, la ricorrenza della traslazione della Santa Casa di Loreto. Anticamente nella festività della Madonna di Loreto si solevano dotare di 25 scudi dalle venti alle trenta ragazze figlie di sodali. Oggi un’altra gentile usanza è quella di offrire alla Madonna di Loreto, nella ricorrenza della sua festa, un prezioso calice d’oro che un cardinale, da Roma, in aereo, viene incaricato di portare alla Basilica di Loreto.
 
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